Il progetto “I Castagneti dell’Insubria” interessa un’ampia area transfrontaliera della zona Insubrica collocandosi nella fascia che parte dal Verbano, nella provincia di Varese, fino alla Val Trompia bresciana. Il territorio Svizzero coinvolto è principalmente identificabile nel Cantone Ticino e, con diverse sezioni e gruppi operativi anche nella Val Bregaglia grigionese.
Raccorda quindi fra di loro quattro importanti Province lombarde (Como, Lecco, Varese, Brescia), con i Cantoni della Svizzera italiana, coinvolgendo ben 12 soggetti pubblici e privati:
Soggetto capofila di progetto di parte italiana
Partner progettuali italiani
Soggetto capofila di progetto di parte svizzera
Partner progettuale svizzero
Il progetto si sviluppa quindi in un contesto geografico che presenta significative differenze in termini di livelli di quota ( dal lago alla momentanea prealpina e a quote strumentali alpine), ma che accomuna in sé l’importante interesse di concentrare il riferimento progettuale sulle fasce di mezza costa, laddove si individuano i castagneti (fra i 400 e gli 800 m. di quota).
Nel territorio dell'Insubria, la coltivazione della castagna da frutto ha rappresentato per secoli un anello fondamentale di un sistema agricolo in cui si inserivano l’allevamento bovino e ovi-caprino, la viticoltura, la produzione di frutta, cereali (segale, grano saraceno, orzo e, in misura minore, frumento) e l’utilizzazione delle risorse forestali.
La produzione di castagne in ambienti caratteristici e polifunzionali (selve e prati con castagni) garantiva, oltre alla produzione di un assortimento varietale caratteristico, anche l’approvvigionamento di foraggio, erbe alimentari e medicinali, legna e funghi.
Questo uso multiplo delle risorse naturali è tipico dei sistemi agricoli tradizionali in vari paesi, assumendo tratti caratteristici ma sempre unici nei diversi contesti geografici.
Si tratta di un patrimonio di conoscenze e tecniche indissolubilmente legato agli ambienti, ai paesaggi, ai manufatti relativi alla castanicoltura. La conoscenza e la documentazione di questo patrimonio è oggi indispensabile per decifrare gli ambienti rimasti, la diversità varietale, gli edifici adibiti alle varie fasi dei lavori attorno al castagno. E’ fondamentale per tutelare la forte identità territoriale di questa risorsa, in cui la cultura locale e le risorse naturali si sono strettamente intrecciate.
Il progetto di cooperazione prevede sia azioni di rete che interventi territoriali.
Azioni di rete
Attraverso le azioni di rete, alle quali aderiranno tutti i soggetti del partenariato, sia di parte italiana che elvetica, si perseguono i seguenti obbiettivi:
Interventi territoriali
Per quanto riguarda gli interventi territoriali, questi saranno attuati solo nella parte italiana ma non da tutti i partner.
Nelle pagine dedicate ai singoli partner vengono elencate le singole attività strutturali che saranno realizzate nel corso di validità del progetto.
Il costo totale del progetto “I Castagneti dell’insubria” ammonta a 1.114.738,99 €, di cui 1.075.500,00 € di parte italiana con la seguente suddivisione: 875.775,00 euro di finanziamento pubblico e 199.725,00 € di quota di cofinanziamento a carico dei singoli partecipanti.
La Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino è il capofila di parte italiana.
Tra i suoi compiti vi è in primo luogo la gestione generale del progetto, ovvero le attività che comportano il coordinamento e il raccordo tra i diversi partner e la Regione Lombardia al fine di:
Nel territorio della Comunità Montana verranno anche attuati una serie di interventi ed iniziative per valorizzare e recuperare le selve castanicole.
In particolare si sono individuate una serie di proposte progettuali, che vedono l’utilizzo delle sinergie che si andranno a creare attraverso la rete del progetto, per la strutturazione di interventi quali ad esempio:
Il Referente Unico di Progetto è identificato nel Presedente Pro Tempore della Comunità Montana quale Capofila di parte italiana: Giovanni Codega.
Il ruolo di Responsabile di progetto, è assunto da una figura tecnica dell’ufficio agricoltura e foreste della Comunità Montana: Dr. Niccolò Mapelli.