SVILUPPO RURALE

– Sviluppo di Progetti di Valorizzazione Agricola – 
– Attuazione del programma di Sviluppo Rurale –
– Consulenze per Enti Pubblici –

Obiettivo “Cooperazione territoriale europea” Programma Operativo di Cooperazione Transfrontaliera Italia – Svizzera 2007-2013 Progetto Interreg : “I castagneti dell’Insubria”. Responsabile di progetto per la Comunità Montana Lario Orientale – Valle San Martino, Ente capofila di parte italiana.



Il progetto “I Castagneti dell’Insubria” interessa un’ampia area transfrontaliera della zona Insubrica collocandosi nella fascia che parte dal Verbano, nella provincia di Varese, fino alla Val Trompia bresciana. Il territorio Svizzero coinvolto è principalmente identificabile nel Cantone Ticino e, con diverse sezioni e gruppi operativi anche nella Val Bregaglia grigionese.

Raccorda quindi fra di loro quattro importanti Province lombarde (Como, Lecco, Varese, Brescia), con i Cantoni della Svizzera italiana, coinvolgendo ben 12 soggetti pubblici e privati:

Soggetto capofila di progetto di parte italiana

  • Comunità Montana Lario Orientale – Valle San Martino

 Partner progettuali italiani

  • Comunità Montana della Valchiavenna
  • Comunità Montana delle Valli del Verbano
  • Comunità Montana del Triangolo Lariano
  • Comunità Montana Lario Intelvese
  • Comunità Montana di Valle Trompia
  • ERSAF (Ente Regionale Sviluppo Agricolo e Forestale della Regione Lombardia)
  • Consorzio Forestale Lario Intelvese
  • Consorzio Forestale di Prata Camportaccio
  • Consorzio Castanicoltori di Brinzio, Orino e Castello Cabiaglio Società cooperativa agricola

Soggetto capofila di progetto di parte svizzera

  • Associazione dei castanicoltori della Svizzera italiana

Partner progettuale svizzero

  • Sezione forestale cantonale del Ticino

Il progetto si sviluppa quindi in un contesto geografico che presenta significative differenze in termini di livelli di quota ( dal lago alla momentanea prealpina e a quote strumentali alpine), ma che accomuna in sé l’importante interesse di concentrare il riferimento progettuale sulle fasce di mezza costa, laddove si individuano i castagneti (fra i 400 e gli 800 m. di quota).

Nel territorio dell’Insubria, la coltivazione della castagna da frutto ha rappresentato per secoli un anello fondamentale di un sistema agricolo in cui si inserivano l’allevamento bovino e ovi-caprino, la viticoltura, la produzione di frutta, cereali (segale, grano saraceno, orzo e, in misura minore, frumento) e l’utilizzazione delle risorse forestali.

La produzione di castagne in ambienti caratteristici e polifunzionali (selve e prati con castagni) garantiva, oltre alla produzione di un assortimento varietale caratteristico, anche l’approvvigionamento di foraggio, erbe alimentari e medicinali, legna e funghi.

Questo uso multiplo delle risorse naturali è tipico dei sistemi agricoli tradizionali in vari paesi, assumendo tratti caratteristici ma sempre unici nei diversi contesti geografici.

Alla base di tutte le pratiche legate alla coltivazione, alla conservazione e trasformazione e al consumo alimentare della castagna, ci sono competenze popolari tramandate oralmente con l’esempio concreto.

Si tratta di un patrimonio di conoscenze e tecniche indissolubilmente legato agli ambienti, ai paesaggi, ai manufatti relativi alla castanicoltura. La conoscenza e la documentazione di questo patrimonio è oggi indispensabile per decifrare gli ambienti rimasti, la diversità varietale, gli edifici adibiti alle varie fasi dei lavori attorno al castagno. E’ fondamentale per tutelare la forte identità territoriale di questa risorsa, in cui la cultura locale e le risorse naturali si sono strettamente intrecciate.

Il progetto di cooperazione prevede sia azioni di rete che interventi territoriali.

Azioni di rete

Attraverso le azioni di rete, alle quali aderiranno tutti i soggetti del partenariato, sia di parte italiana che elvetica, si perseguono i seguenti obbiettivi:

  • Strutturazione della Rete Insubrica del castagneto.
  • Organizzazione di incontri istituzionali tra i partner di progetto e realtà istituzionali dello Spazio Insubrico.
  • Divulgazione tecnico scientifica dei contenuti progettuali – monitoraggio e valutazione.
  • Visite di studio e di confronto con significative realtà istituzionali pubbliche e private di gestione della trafila del castagneto all’interno dello spazio Interreg.
  • Scambi di esperienze, di informazioni, di ricerche scientifiche, anche con giornate di studio comuni.
  • Seminari territoriali di confronto con gli operatori pubblici e privati finalizzati alla gestione del castagneto e alla promozione territoriale.
  • Mappatura del castagneto e del contesto territoriale di riferimento progettuale.
  • Strutturazione del sito WEB di progetto.
  • Azioni di Marketing della filiera del castagno di interesse territoriale progettuale (elaborazione di materiale promozionale).
  • Manifestazioni promozionali autonome o complementari ad altri eventi territoriali o transfrontalieri finalizzate a raccordare le tradizioni locali con la cultura del castagneto e dei suoi prodotti.
  • Studi di fattibilità commerciale del castagno e dei suoi prodotti (frutto e paleria) e analisi della possibilità di una certificazione.
  • Elaborazione di pacchetti integrati di promozione di itinerari turistici coerente con le finalità progettuali.
  • Attività di informazione generale dei contenuti progettuali rivolti ai media e alla cittadinanza
  • Aggiornamento professionale di settore per operatori, dipendenti pubblici e liberi professionisti.

Interventi territoriali

Per quanto riguarda gli interventi territoriali, questi saranno attuati solo nella parte italiana ma non da tutti i partner.

Nelle pagine dedicate ai singoli partner vengono elencate le singole attività strutturali che saranno realizzate nel corso di validità del progetto.

Il costo totale del progetto “I Castagneti dell’insubria” ammonta a 1.114.738,99 €, di cui 1.075.500,00 € di parte italiana con la seguente suddivisione: 875.775,00 euro di finanziamento pubblico e 199.725,00 € di quota di cofinanziamento a carico dei singoli partecipanti.

La Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino è il capofila di parte italiana.

Tra i suoi compiti vi è in primo luogo la gestione generale del progetto, ovvero le attività che comportano il coordinamento e il raccordo tra i diversi partner e la Regione Lombardia al fine di:

  • Costituire uno Staff di Pilotaggio di progetto
  • Individuare regole e modalità per l’approvazione delle decisioni relative al progetto
  • Definire il calendario minimo di riunioni su base trimestrale/semestrale/annuale
  • Predisporre verbali o sintesi delle decisioni per ogni riunione
  • Identificare le modalità e le scadenze “interne” per la raccolta dei dati per il monitoraggio e per la verifica dell’avanzamento dei lavori.
  • Attuare rendicontazioni e pagamenti intermedi ai partner di progetto.

Nel territorio della Comunità Montana verranno anche attuati una serie di interventi ed iniziative per valorizzare e recuperare le selve castanicole.

In particolare si sono individuate una serie di proposte progettuali, che vedono l’utilizzo delle sinergie che si andranno a creare attraverso la rete del progetto, per la strutturazione di interventi quali ad esempio:

  • Recupero castagneti da frutto con interventi di potatura
  • Avvio cantieri dimostrativi per la produzione di legname da paleria
  • Allestimento di un vivaio di piante madri locali
  • Realizzazione di un percorso turistico e didattico con recupero di manufatti tradizionali (essiccatoio)
  • Corsi e incontri di aggiornamento professionale sul castagno
  • Mappatura e censimento delle varietà locali di castagni da frutto
  • Serate divulgative sulle problematiche fitosanitarie, specie a causa del cinipide galligeno
  • Realizzazione di materiale divulgativo illustrativa delle azioni di progetto. 

Il Referente Unico di Progetto è identificato nel Presedente Pro Tempore della Comunità Montana quale Capofila di parte italiana: Giovanni Codega.

Il ruolo di Responsabile di progetto, è assunto da una figura tecnica dell’ufficio agricoltura e foreste della Comunità Montana: Dr. Niccolò Mapelli.

Per informazioni e contatti:
Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino, 
Via Pedro Vasena 4, 23856, GALBIATE (LC)
Ufficio Agricoltura e Foreste
Tel. 0341 621025 – 240724  niccolo.mapelli@comunitamontana.lc.it

Sintesi del progetto “Coltiviamo il futuro”, promosso dal Coodinamento Sviluppo Sostenibile del Nord Est Milanese, premiato nell’ambito del Bando “Expo dei Territori: Verso il 2015”.



Il risultato ufficiale è stato comunicato lunedì 27 aprile 2009, direttamente dal Presidente della Provincia di Milano, durante la premiazione ufficiale dei migliori 42 progetti vincitori del Bando “EXPO DEI TERRITORI: VERSO IL 2015”.

Il progetto “COLTIVIAMO IL FUTURO”, presentato dal Coordinamento Sviluppo Sostenibile del Nord Est Milanese in qualità di capofila, con il sostegno e l’appoggio di venti diversi partner locali (pubblici e privati), ha raggiunto questo primo ambizioso traguardo nonostante la serrata competizione e la moltitudine delle idee e delle proposte in concorso.

Il Bando, promosso da Provincia di Milano, Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo, in collaborazione con Fondazione Banca del Monte di Lombardia per favorire, accompagnare, dare supporto, visibilità nazionale e internazionale alle progettualità più significative dei Territori dell’area metropolitana per l’Expo, ha infatti visto la partecipazione di 168 progetti in materia di alimentazione, energia ed ambiente, accoglienza e turismo.

Solo un quarto dei progetti è stato selezionato, entrando a far parte del “Parco Progetti Expo dei Territori”.

Questi progetti potranno godere di una visibilità a livello nazionale ed internazionale oltre che avere un accompagnamento, da parte del comitato promotore, nella ricerca di partner e/o finanziamenti.

Sul sito di Milano Metropoli è scaricabile la graduatoria completa dei premiati, suddivisi per area geografica ed asse tematico.

Per conoscere nel dettaglio il contenuto progettuale, che ha come obiettivo la conservazione e la riqualificazione del sistema agricolo del vimercatese, è possibile contattare il Coordinamento  Sviluppo Sostenibile del Nord est Milanese all’indirizzo: info@a21nordestmilano.it

Ulteriori informazioni possono essere richieste contattando Ruralp: scrivi@ruralp.it

Copertina e indice del progetto Download

Format di adesione e abstract di progetto Download

Elenco dei partner ed attività prevista Download

Quadro sinottico Download

Collegamenti
Coordinamento sviluppo sostenibile nord-est milanese

Progetto di valorizzazione finalizzato alla richiesta di riconoscimento quale prodotto agroalimentare tradizionale della Regione Lombardia.

Questo progetto è parte di un percorso di sviluppo del territorio agricolo locale basato sulla ricerca di una maggiore sinergia con le amministrazioni locali e con i soggetti economici operanti sul territorio.

L’iniziativa proposta da Ruralp, si è sviluppata in coerenza con le attività istituzionali del Comune di Vimercate, in relazione agli scopi statutari. In particolare:

1  lo Statuto Comunale, Adottato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 11 del 22 marzo 2002 e modificato con deliberazioni del Consiglio comunale n. 12 del 21 marzo 2003 e n. 41 del 30 settembre 2004 (in allegato), all’articolo 3 comma 4 lettera c, pone tra le sue finalità il miglioramento della qualità di vita della popolazione mediante la cura e lo sviluppo armonioso del territorio e delle attività economiche e produttive nel rispetto e nella tutela delle risorse naturali e ambientali;

L’attività agricola rientra tra le varie attività produttive del territorio, ed il progetto di valorizzazione della patata (quale coltura storicamente presente nel comprensorio vimercatese) ha tra i suoi cardini quello dell’affermazione di agrotecniche integrate e biologiche, ovvero rispettose dell’ambiente naturale.

Il progetto mira anche ad informare e diffondere le conoscenze non solo alle aziende locali produttrici, ma alla popolazione acquirente del prodotto finale.

Il Comune di Vimercate, nella primavera del 2008, ha affidato a Ruralp uno specifico incarico per l’attuazione di azioni di studio e prove dimostrative di campo per supportare una prima istanza di riconoscimento di “Prodotto Tradizionale “ della Regione Lombardia relativo alla patata bianca di Oreno.

Lo sviluppo e la successiva divulgazione dei dati e dei risultati di questo primo anno di attività è stata effettuata nell’ultima edizione della “Sagra della patata”, tradizionale e storico appuntamento locale a testimonianza del fatto che il tubero ha sempre avuto una forte caratterizzazione dei luoghi fin dal passato.

E’ giusto inoltre premettere che il proporre di associare il nome “Oreno” alla patata bianca prodotta nel territorio, non è altro che un elemento di realtà storica consolidata e documenta negli anni.

Pertanto ciò non esclude che tale produzione avvenga anche in altri comuni (ad esempio Concorezzo ed Arcore), come dettagliatamente indicato nel disciplinare di coltivazione, purchè ciò avvenga seguendone le indicazioni e gli impegni previsti.

 Questo lavoro intende contribuire allo sviluppo sostenibile del territorio del Comune di Vimercate e delle aree limitrofe costituenti il futuro Parco Sovracomunale della Cavallera, a partire dalle risorse agricole.

L’area del vimercatese dispone di buone caratteristiche e peculiarità per un rilancio dell’agricoltura, a patto però di puntare su qualità e prodotti di nicchia, legati alla tradizione locale ed alle logiche di filiera corta sempre più attuali.

Una serie di prodotti sono storicamente e tuttora legati ai luoghi di provenienza (es: asparago a Mezzago, patate ad Oreno), mentre molti altri sono solo presenti nei documenti storici e nelle testimonianze degli anziani.

Il territorio ospitava una ricchezza maggiore di coltivazioni, dalla frutta (mele, peri, ciliegi, susini, pesche ed albicocche) alla vite, agli ortaggi, agli allevamenti ed ai cereali che ad oggi sono in taluni casi ormai scomparsi.

Alcune di queste realtà sono sopravvissute grazie ad alcuni produttori accorti, altra sono in fase di “riscoperta” e “riproposizione”, ma tutte in quantità molto limitata.

La Regione Lombardia con la D.G.R. del 7 aprile 2000, n. VI/49424, ha approvato il primo “l’Elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali della Regione Lombardia”.

Analizzando quelli già riconosciuti e ricadenti nella provincia di Milano troviamo circa una quindicina di prodotti, nell’ambito dei cereali, del miele, degli ortaggi, dei salumi e dei formaggi.

Ad eccezione del vino e della frutta si può affermare quindi che esista un discreto “paniere” di partenza, intorno al quale sarebbe interessante ideare e sviluppare una forma di riconoscibilità e promozione attraverso un marchio collettivo locale.

Partendo dal progetto di valorizzazione della patata bianca di Oreno, si potrebbe evolvere ed avviare una più ampia iniziativa volta a promuovere un’agricoltura attenta e consapevole dei propri ruoli, capace di soddisfare richieste diverse: 

  • sicurezza alimentare
  • salvaguardia del territorio
  • mantenimento patrimonio gastronomico
  • protezione dell’ambiente
  • valorizzazione del paesaggio
  • qualità dei prodotti e tipicità
  • filiera corta

I veri attori e soggetti titolari del patrimonio varietale enogastronomico sono i contadini e le persone che nel tempo hanno continuato a produrre secondo la tradizione e le abitudini locali, senza i quali ogni Marchio sarebbe perfettamente inutile e inapplicabile.

La credibilità e la continuità di iniziative come questa, partendo dal riconoscimento “ufficiale” nell’elenco dei prodotti tradizionali, non potrà prescindere da una forte condivisione e sostegno da parte dei diversi interlocutori: in primo luogo contadini e consumatori. Tecnici del settore, associazioni ed istituzioni, ciascuno per il suo ruolo, dovranno essere al servizio di queste volontà, adottando le scelte politiche e strategiche più adeguate non per fregiarsi di meriti appartenenti a “luoghi o prodotti”, ma per contribuire ad incoraggiare e consolidare filiere produttive equilibrate e commisurate alle capacità imprenditoriali

breve presentazione Download

flow sheet Download

Sommario del progetto Download

Il tubero attualmente coltivato Download

Schede prodotti agroalimentari tradizionali della Regione Lombardia Download

ELENCO DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI TRADIZIONALI DELLA REGIONE LOMBARDIA  QUINTA REVISIONE.   Download

Il decreto di riconoscimento della Patata di Oreno Download

Collegamenti
– 
Elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali della Regione Lombardia: come, perché e chi può aggiornarlo

Ruralp è in grado di fornire supporto, assistenza e consulenza per l’attivazione delle diverse misure del Programma di Sviluppo Rurale 2007 – 2013.





In quasi tutte le Regioni italiane è ormai entrato in vigore lo strumento del Programma di Sviluppo Rurale per il quinquennio 2007 – 2013.

Il contenuto del piano prevede quattro assi strategici che contengono una serie di misure volte a sviluppare e qualificare le imprese  e le attività agricole, in stretta relazione con la tutela e valorizzazione del territorio rurale e montano.

L’articolazione all’interno dei singoli assi è la seguente:

Asse 1: Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale

a) misure intese a promuovere la conoscenza e sviluppare il potenziale umano, in particolare:

111 Formazione, informazione e diffusione della conoscenza

112 Insediamento di giovani agricoltori

114 Ricorso a servizi di consulenza da parte degli imprenditori agricoli e forestali

b) misure intese a ristrutturare e sviluppare il capitale fisico e promuovere l’innovazione, in particolare:

121 Ammodernamento delle aziende agricole

122 Migliore valorizzazione economica delle foreste

123 Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali

124 Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nel settore agricolo e alimentare e in quello forestale

125 Miglioramento e sviluppo delle infrastrutture in parallelo con lo sviluppo e l’adeguamento dell’agricoltura e della silvicoltura

125 A. Gestione idrica e salvaguardia idraulica del territorio

125 B.   Infrastrutture di accesso ai terreni agricoli e forestali, approvvigionamento energetico ed idrico

c) misure intese a migliorare la qualità della produzione e dei prodotti agricoli, in particolare:

132 Sostegno agli agricoltori che partecipano ai sistemi di qualità alimentare

133 Attività di informazione e promozione dei prodotti agroalimentari di qualità

Asse 2: Miglioramento dellambiente e dello spazio rurale

a) misure intese a promuovere l’utilizzo sostenibile dei terreni agricoli, in particolare:

211 Indennità a favore degli agricoltori delle zone montane

214 Pagamenti agroambientali

216 Investimenti non produttivi

b) misure intese a promuovere l’utilizzo sostenibile delle superfici forestali, in particolare:

221 Imboschimento di terreni agricoli

223 Imboschimento di superfici non agricole

226 Ricostituzione del potenziale forestale e interventi preventivi

Asse 3: Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione delleconomia rurale 

a) misure intese a diversificare l’economia rurale, in particolare:

311 Diversificazione verso attività non agricole

311 A. Agriturismo

311 B. Produzione di energia rinnovabile

311 C. Altre attività di diversificazione (turismo rurale, fattorie didattiche)

312 Sostegno alla creazione e allo sviluppo delle imprese

313 Incentivazione di attività turistiche

b) misure intese a migliorare la qualità della vita nelle zone rurali, in particolare:

321 Servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale

323 Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale

323 A. Formazione Piani di Gestione siti Natura 2000

323 B. Recupero, riqualificazione e valorizzazione del patrimonio rurale

323 C. Salvaguardia e valorizzazione degli alpeggi

Asse 4: Attuazione dellapproccio Leader

410  Strategie di sviluppo locale

421 Cooperazione interterritoriale e transnazionale

431   Gestione dei Gruppi di Azione Locale, acquisizione di competenze e animazione sul territorio

Ruralp è in grado di fornire supporto, assistenza e consulenza per l’attivazione delle diverse misure del Programma di Sviluppo Rurale 2007 – 2013.

Richiedi una consulenza od un preventivo: scrivi@ruralp.it

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Dalla metà degli anni 90, Niccolò Mapelli collabora con il Parco Regionale di Montevecchia e Valle del Curone per attività di informazione, assitenza tecnica ed animazione rurale a favore delle aziende agricole operanti nel Parco.

Le principali attività promosse, ideate e gestite all’interno degli uffici del Parco sono le seguenti:

Collegamenti
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Sito del Parco Regionale di Montevecchia e Valle del Curone

Creazione e gestione di una filiera del pane, attraverso il coinvolgimento delle aziende agricole, dei molini e dei panettieri locali.







Il progetto è stato proposto e sviluppato con l’intento di generare e gestire una filiera locale di produzione di pane con marchio del Parco.

Soggetti coinvolti

Consorzio Parco del Molgora

E’ il soggetto promotore dell’iniziativa; il Parco, oltre a fare da promotore, ha il compito di mettere in contatto i soggetti coinvolti, promuovere incontri, seminari conoscitivi, tavoli di lavoro.

Il Parco ha incaricato Niccolò Mapelli dello Studio Ruralp e Massimo Torri, di elaborare il modello organizzativo, di individuare i soggetti locali e di predisporre i disciplinari di produzione.

Per la semina dell’autunno 2008 sono stati individuati circa 40 ettari terreno suddivisi tra 6 aziende agricole diverse.

Aziende agricole

I produttori agricoli che hanno terreni in conduzione nel territorio del Parco Molgora sono stati invitati ad aderire all’iniziativa, attraverso la produzione di frumento tenero e altri cereali minori (es. segale) da destinare alla produzione di pane.

Le aziende hanno seguito un disciplinare di produzione integrata così come previsto dalle norme della Regione Lombardia.

L’azienda si sono quindi dotate di un piano di concimazione che ha tenuto conto dei risultati delle analisi dei terreni in modo tale da minimizzare l’apporto di concimi chimici al minimo necessario.

L’azienda sono dotate di un sistema di tracciabilità ai sensi del Reg. 178/2002 e di un sistema di autocontrollo igienico ai sensi del Reg. 183/2005.

Molini

Per quanto concerne la lavorazione del prodotto primario (essiccazione, molitura), in attesa di un futura lavorazione interna al Parco da parte di una struttura che disponga di essiccatoio e di mulino per la produzione delle farine, la granella viene lavorata e confezionata in un mulino della brianza.

 Fornai

Per quanto riguarda invece la produzione del pane, sono coinvolti ad oggi circa 8 negozi dotati di forno proprio, dislocati nei diversi comuni del Parco.

Per il periodo novembre 2008 – maggio 2009, il pane sarà in vendita una sola volta alla settimana, di norma il sabato.

Visualizza l’elenco dei punti vendita ed il comunicato stampa di avvio.

Aspetti positivi delliniziativa

Il progetto presenta molti vantaggi per gli attori coinvolti:

  • per gli agricoltori il vantaggio auspicato è rappresentato dallo spuntare un prezzo dei cereali superiore a quello ottenibile sul mercato convenzionale. Questo grazie all’accorciamento della filiera che permette di incrementare i margini a favore delle aziende agricole.
  • per i consumatori, che trovano così un prodotto locale anche per quanto riguarda il consumo del pane, dopo le positive esperienze con il latte (distributori di latte crudo) e gli ortaggi (mercati contadini e punti di vendita diretti).
  • per il Parco l’iniziativa raggiungerebbe poi l’obiettivo di ridurre su tutte le superfici utilizzate per la produzione dei cereali l’impiego di concimi chimici e di fitofarmaci, promuovendo al contempo un’ agricoltura a basso impatto ambientale e controllata sotto il profilo del rispetto della salute pubblica (Regg. 178 e 183).

Questo progetto si è posto infine l’obbiettivo di “fidelizzare” l’azienda al Parco, con una propsta che va incontro alle esigenze delle aziende stesse, ponendo il Parconel ruolo di promotore e referente.

Vuoi avere maggiori informazioni su questo progetto: scrivi@ruralp.it

Dati raccolta anno 2007 Download

Abstract – Presentazione Download

Prospettive anno 2008 Download

Risultati raccolta 2007 Download

Produzione 2008 Download

Comunicato stampa vendita Download

Elenco punti vendita Download

Collegamenti
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Sito del Parco del Molgora


Dal 2004, Niccolò Mapelli collabora con il Parco sovracomunale del Rio Vallone per attività di informazione, assistenza tecnica ed animazione rurale a favore delle aziende agricole operanti nel Parco.

Le principali attività promosse, ideate e gestite all’interno degli uffici del Parco sono le seguenti:

  • Progetto Agricoltura
  • Impianti a biomassa a ciclo breve (SRF)
  • Gestione fondi provinciali per il settore agricolo

Collegamenti
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Sito del Parco del Rio Vallone

Dal 2009, Niccolò Mapelli collabora con il Parco locale di interesse sovracomunale della Cavallera per attività di informazione, assistenza tecnica ed animazione rurale a favore delle aziende agricole.
Le principali attività promosse, ideate e gestite all’interno degli uffici del Parco sono visibili sul sito dedicato del Plis.

La Valle San Martino è conosciuta per la particolare e tradizionale lavorazione delle castagne, basata sull’essicazione lenta del prodotto nei tipici “essicatoi”. La battitura e la spellatura avvengono ancora con tecniche che si tramandano di generazione in generazione. 

L’economia della Val San Martino, come di moltissime aree interessate dalla coltura del castagno, è stata caratterizzata da una spiccata autarchia produttiva e di consumo; l’attività agricola primaria era la coltivazione dei cereali, sfruttando qualsiasi piccolo pianoro o anfratto, oltre alle attività di coltivazione dei castagneti da frutto, dai noccioli ecc.; alcuni luoghi della Valle erano anche famosi per la lavorazione del legno: rocchetti, manici per utensili e mestoli venivano immessi nei mercati locali fino a quelli milanesi.

Sia a Nesolio, nel Comune di Erve, così come in altre località del Comune di Carenno, ad esempio a Boccio, possiamo osservare ancora oggi alcuni essiccatoi, funzionanti nel periodo della raccolta delle castagne. L’essicatoio è una struttura costruita di norma in due distinte modalità o all’interno di edifici destinati a residenza, in continuità con i locali abitativi, o in costruzioni autonome, tipologia maggiormente diffusa in questo ambito, costituita da un camino, sovrastato da un locale con solaio di legno ricoperto da una rete sulla quale vengono posate le castagne. Calore e fumi del camino producono l’essicazione. Il processo di lavorazione ha una durata di circa quaranta giorni, in rapporto alla quantità di frutti da essiccare. Una porta di ridotte dimensioni consente di visionare e monitorare la lavorazione e rivoltare le castagne per garantire l’uniformità del processo. Per staccare la buccia, le castagne vengono poi pestate e battute con apposite mazze di legno. Il contenitore in cui le castagne vengono battute è chiamato “pila” e consiste in un tronco di castagno selvatico scavato al suo interno. Il lavoro viene svolto da almeno cinque uomini che battono contemporaneamente. Le castagne battute vengono poi passate alla vagliatura mediante degli ampi setacci, per separare bucce e frutti: le castagne così ottenute sono in grado di conservarsi a lungo, anche tutto l’inverno, fino alla primavera successiva. Oggi la coltura del castagno ha perso la sua antica funzione, e tali operazioni vengono effettuare per l’uso familiare e riproposte in sagre e manifestazioni che tengono vive questa tradizione locale.

Immagini della battitura 2008

Nell'essicatoio invaso dal fumo Elio controlla le castagne. Nell’essicatoio invaso dal fumo Elio controlla le castagne.

Dopo circa 40 giorni di lenta essicazione le castagne sono pronte da battere.

Si aspetta una bella giornata di sole, verso la metà - fine di novembre. Si aspetta una bella giornata di sole, verso la metà – fine di novembre.

E’ il giorno adatto, Elio inizia a riempire la “gabbia” per portare le castagne a casa.

Ogni viaggio significa 30 -40 kg di peso sulle spalle.

Sull’aia di casa si travasa il tutto nella “pila”, un tronco cavo di castagno.

La battitura ha inizio: amici, familiari e parenti sono tutti coinvolti.

I colpi devono essere precisi, ritmati e costanti.

Le castagne pestate, tolte dalla pila, vengono passate ad un primo grossolano setaccio.

Con movimenti abili e precisi, le castagne vengono ulteriorimente separate dai gusci più minuti.

Alcune castagne vengono subito ripulite, in vista del pranzo di festa.

Il giorno della battitura è un’occasione di ritrovo e di festa, non solo di lavoro.

…infatti in cucina la cassoeula è sul fuoco.

Vuoi sapere dove trovare e comprare le “castagne peste”? Contatta Ruralp

 

La fondazione del Consorzio è il risultato di un’attività di assistenza e supporto tecnico iniziata nel 1995 da parte di Niccolò Mapelli, in qualità di tecnico incaricato dal Parco di Montevecchia.

La fondazione del Consorzio è il risultato di un’attività di assistenza e supporto tecnico iniziata nel 1995 da parte di Niccolò Mapelli, in qualità di tecnico incaricato dal Parco di Montevecchia.

Il graduale e sempre più ampio coinvolgimento dei numerosi coltivatori local, ha portato, nel luglio del 2005la nascita del Consorzio dei produttori agricoli del Parco di Montevecchia con adesione di 22 aziende operanti nel Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone con lo scopo di :

  • Contribuire alla valorizzazione, promozione e qualificazione dell’agricoltura e dell’agriturismo del “Parco Regionale Parco di Montevecchia e della Valle del Curone”
  • Contribuire alla valorizzazione dell’enogastronomia, dell’artigianato tradizionale, delle attività culturali del Parco
  • Promuovere il miglioramento dei prodotti agricoli del Parco
  • Promuovere e sostenere e coordinare la vendita di prodotti agricoli sul mercato nazionale
  • Partecipazione in forma collettiva a fiere, work shop, congressi, convegni e manifestazioni promozionali
  • Promuovere la qualificazione professionale degli operatori del settore agricolo ed agrituristico

Il vino, il miele, la salvia, il rosmarino, i formaggi, gli allevamenti, la frutta e gli ortaggi, senza tralasciare tutto ciò che il territorio spontaneamente offre (castagne, frutti di bosco, funghi, erbe…) sono i prodotti tipici dell’agricoltura del Parco, quelli per cui è più forte il legame con la terra che li ospita, con i terrazzamenti, i muri in pietra a secco che li sostengono, con le siepi di campo e di confine, con i sentieri e con tutti gli altri elementi che un tempo erano parte funzionale e integrante delle attività agricole.

Il primo ed immediato obiettivo del Consorzio è quello di porsi come struttura di riferimento per i diversi indirizzi produttivi, soprattutto quelli a carattere ed organizzazione familiare, in grado di raccogliere le istanze dei singoli e fornire risposte attraverso azioni concrete e produttive, coordinando problematiche diverse, produzioni diverse e mercati diversi per soddisfare un’esigenza comune: valorizzare e promuovere le produzioni nei mercati e porre le basi per l’ulteriore sviluppo del settore agricolo. 

Per raggiungere tale obiettivo il Consorzio svilupperà azioni e contatti per il coinvolgimento degli Enti locali, delle istituzioni legislative, dei centri Universitari e di ricerca, il tutto attraverso il supporto e la collaborazione preziosa del Parco Regionale di Montevecchia e dalle Valle del Curone.

I soci del consorzio rappresentano quasi tutti i comparti dell’agricoltura, complessivamente diffusa su oltre 900 ha di territorio protetto.

L’offerta di prodotti è ampia e raggruppa quasi tutti comparti merceologici regionali.

Le aziende raggruppate nel Consorzio si dividono come segue :

Numero aziende

Produzione

     3

Erbe aromatiche

     1

Formaggio

     2

Miele

     8

Ortaggi

     6

Vino

     1

fiore

     1

Carne (conigli)

Tra queste aziende 4 sono già certificate in Agricoltura Biologica.

Da notare che la domanda di istituzione della “indicazione geograficaTipica” – IGT per il vino da tavola locale, e quindi a favore delle sei aziende vitivinicole, è da poco stata accolta in sede ministeriale.

Il 30 % delle aziende del Consorzio hanno sviluppato un’attività agrituristica ed alcune praticano già la vendita diretta.

Gli agricoltori partecipano anche al mantenimento dell’ambito rurale e tipico del Parco di Montevecchia (terrazzamenti, muri in pietra a secco) ed allo sviluppo delle attività agrituristiche.

Copertina volantino produttori agricoli Download

Retro volantino produttori agricoli Download

Interno volantino produttori agricoli Download

Collegamenti
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Consorzio dei produttori agricoli del Parco di Montevecchi

Realizzazione di un campo dimostrativo / comparativo sulla coltivazione integrata del mais, rivolto agli agricoltori del Parco del Molgora. Progetto biennale 2005 – 2006.

Il Parco del Molgora ha dato avvio, nella primavera 2005, al Progetto “Agricoltura di qualità nel Parco”, che prevede tra le varie iniziative anche la realizzazione di “campi dimostrativi”. 

Lo scopo dell’iniziativa è stato quello di dimostrare direttamente in azienda la possibilità di condurre in maniera redditizia la coltura del mais nonostante la riduzione dell’apporto di fertilizzanti chimici e diserbanti secondo quanto previsto dai regolamenti della Comunità Europea.

Per l’attuazione del progetto è stata individuata, mediante un bando pubblico, un’azienda agricola all’interno del perimetro del Parco che si è resa disponibile a coltivare il mais secondo i due seguenti percorsi colturali: percorso “tradizionale” mediante le tecniche normalmente adottate in azienda che prevedono aratura, diserbo in pre e post-emergenza, concimazione standard; percorso “integrato” seguendo il disciplinare di produzione del mais predisposto dalla Regione Lombardia, in attuazione del Regolamento CE 1257/99, che prevede aratura, diserbo pre o post emergenza, concimazione effettuata secondo un piano redatto sulla base di analisi del terreno.

L’appezzamento, di circa 6.000 mq, è stato suddiviso in 2 zone omogenee e il mais è stato quindi coltivato in modo convenzionale su una parte affiancando sull’altra parte la coltivazione con tecniche di agricoltura integrata.

Durante la coltivazione si sono effettuate le seguenti valutazioni: produzione di sostanza secca, umidità, investimento, emergenza e densità finale della coltura, valutazione visiva del grado di infestazione.

Su questi campi saranno rilevati a fine stagione i dati riguardanti la produzione di sostanza secca, l’umidità della granella, la densità colturale in relazione all’investimento iniziale.

Il progetto si è ripetuto nell’arco di un biennio, al fine di avere un dato maggiormente preciso ed attendibile. Gli obbiettivi nel medio lungo periodo saranno quelli di un allargamento dell’interesse per il percorso “integrato” alle diverse aziende del Parco, caratterizzato dall’organizzazione di periodiche visite aziendali durante le sperimentazioni.

Per maggiori informazioni o per ricevere la documentazione integrale del progetto: scrivi@ruralp.it

Modello colturale adottato Download

Cartello di campagna Download

Locandina visite di campagna Download

Risultati dei campi dimostrativi – copertina presentazione Download

Collegamenti
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Sito del Parco del Molgora

 

Partecipazione e supporto nella fase di promozione e creazione del “Consorzio Forestale Valle San Martino Onlus” con sede attuale in Pontida (BG).

Nell’area del M.te Canto e della Valle San Martino è presente un Consorzio forestale denominato “Consorzio Agro-Silvo-Pastorale Valle San Martino ONLUS” con sede a Pontida; costituito alla fine del 2002 e che conta attualmente 37 soci tra enti pubblici e privati.

Le attività del Consorzio

Il Consorzio si è attivato con iniziative proprie intervendo esclusivamente su aree conferite, e quindi in gestione diretta, puntando sulla necessità di garantire interventi selvicolturali nelle aree forestali e per eseguire interventi di tutela del reticolo idrografico secondario. I finanziamenti sono stati raccolti soprattutto su fondi L.R. 7/2000, su bandi specifici di Fondazione Provincia di Lecco, su incarichi ad hoc da parte dell’Amministrazione Comunale di Carenno e di ERSAF. Contestualmente il Consorzio ha eseguito interventi di utilizzazione boschiva a macchiatico positivo su aree conferire. In questo caso i proventi dei lavori sono stati incamerati dalle proprietà che hanno provveduto a riconoscere al Consorzio i costi sostenuti. Il consorzio ha iniziato un’attiva collaborazione con la Comunità Montana Valle San Martino, e più recentemente con il PLIS della Valle San Martino per l’esecuzione in affidamento diretto di interventi di riqualificazione ambientale (miglioramento boschi didattici, recupero pascoli, etc). I lavori sono stati eseguiti principalmente da aziende agricole della zona o, in mancanza di manodopera qualificata da ditte boschive esterne. Grazie anche alle possibilità offerte dagli incentivi regionali e dall’attuazione del PIF, si auspica il potenziamento della struttura con nuove adesioni di proprietari e di personale con un graduale aumento della capacità operativa di assumere progetti in convenzione con la Provincia, la Comunità Montana, gli enti locali, i soci privati.

Il Consorzio Forestale è attualmente sotto la direzione del Dottore forestale Massimo Merati.

Alcuni dati sul Consorzio.

Ripartizione superficie su base comunale (ha)

Comune

Superficie (ha)

Almenno S. Bartolomeo

0,0350

Caloziocorte

0,4350

Caprino B.sco

11,8110

Carenno

183,5597

Carvico

0,9430

Cisano B.sco

1,7390

Erve

10,9675

Pontida

85,4686

Torre del Busi

9,8120

Villa d’Adda

0,9680

–        Superficie totale: 560 ha
–        Superficie conferita: 560 ha pari al 100 % (non è prevista altra forma di adesione al Consorzio)
–        Superficie pubblica: 198 ha pari al 35%
–        Superficie privata: 336 ha pari al 65%
–        N. Soci: 37 di cui
–        Pubblici: 1 – Amministrazione Comunale di Carenno (LC)
–        Privati: 36
–        Enti e Fondazioni: 0